Note & Interventi

Cuneo Fiscale. La busta paga sale, ma anche per la pensione vale?

Alcune riflessioni sulla riduzione del cuneo fiscale

di Redazione

Il “politichese”, a volte, ha coniato nuove terminologie rubandole alla geometria e adattandole alla realtà del momento, basti pensare alle “convergenze parallele” di Aldo Moro!

Oggi, grazie a un prisma, a sezione rettangolare, è nato il cuneo fiscale! Sembra una formula geometrico-finanziaria, che, per essere decifrata, fa pensare che serva una laurea in matematica applicata! Ma, adesso, per dirla come Cristoforo Colombo e il suo famoso uovo, andiamo al sodo e cerchiamo di capire in cosa consiste la riduzione del cuneo fiscale!

Il Governo ha deciso, con l’ultima legge finanziaria, di continuare a ridurre il carico contributivo, utile per la pensione, che versano i lavoratori che guadagnano meno di euro 35.000,00 annui.

A questo punto, però, occorre fare una precisazione, si descrive questa operazione come taglio fiscale, invece è, semplicemente, una riduzione di contributi, fondamentali per la pensione.

Per avere un’idea precisa sull’argomento e, soprattutto, per verificare se siete beneficiari del taglio, in parola, dovete controllare sul cedolino i seguenti dati:

  • Se l’imponibile previdenziale è inferiore a euro 1.923,00 avrete un esonero del 7%;
  • Se è compreso, tra euro 1.924,00 ed euro 2.692,00 invece la riduzione sarà del 6%.

E’ chiaro che, versando meno contributi, avrete una retribuzione netta più alta in busta paga, ma tutto ciò quali conseguenza avrà sulla futura pensione?

Dite la verità, state trattenendo il fiato perché, versando meno contributi, state già immaginando, ulteriormente impoverita la vostra misera, futura pensione! La risposta alla domanda da un milione di dollari ha una spiegazione che cercherò, utilizzando il già citato “Uovo di Colombo”, di rendere semplice, evitando, possibilmente, di fare una frittata! E allora, anche se non è ancora Carnevale, allegria! Sì, allegria, perché lo Stato coprirà, con le sue finanze, la differenza tra i contributi non riscossi e quelli che ogni lavoratore (che percepisce i redditi sopra evidenziati) avrebbe dovuto pagare sulla propria posizione pensionistica.

In parole, che non presentano la dichiarazione dei redditi e, quindi, sono povere, il 7 e il 6% che non pagheranno i dipendenti sarà versato dallo Stato, perciò la riduzione del cuneo fiscale avrà come effetto un aumento del netto in busta paga, senza contraccolpi per i lavoratori.

Attenzione, però, questo aumento, non si tradurrà, al momento della quiescenza, pure in un maggiore importo della pensione, perché non si tratta di un miglioramento, relativo allo stipendio, ma di una diminuzione dei versamenti contributivi.

Alla luce, di quanto esplicato, è lapalissiano che l’assegno pensionistico, nonostante l’aumento in busta paga, sarà perfettamente uguale a quello che avreste percepito senza la riduzione del cuneo fiscale.

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